giovedì 24 novembre 2011

Un diritto riconosciuto in diversi Paesi

La proposta del Capo dello Stato per la cittadinanza agli stranieri nati da noi

Ius sanguinis o ius soli? Diritto automatico di cittadinanza per discendenza diretta oppure per nascita nel territorio in cui si vive?
La legge 91/1992 indica il principio dello ius sanguinis come unico mezzo di acquisto della cittadinanza a seguito della nascita, ma il Capo dello Stato ha proposto la modifica radicale di quella legge.
Sulla questione, che ha già provocato un vivace dibattito, è intervenuto con un ampio servizio sul Corriere della sera Gian Antonio Stella che ricorda la storia della nostra emigrazione (troppe volte dimenticata) nei Paesi stranieri nei primi decenni del secolo scorso, rilevando come in America, ad esempio, i figli di italiani emigrati acquisivano da subito la cittadinanza americana.
Un diritto riconosciuto in diversi Paesi, tra cui, oltre agli Stati Uniti, anche in Francia, in Argentina, in Germania, in Brasile, in Belgio.
Stella porta una serie di elementi a favore della tesi del Capo dello Stato, osservando, tra l’altro, che “...è difficile chiedere alle persone di essere dei buoni cittadini se non sono pienamente cittadini”.
E ogni anno nascono in Italia tra i 75mila e gli 80mila stranieri di seconda generazione, circa il 15% dei 550 mila bambini nati annualmente (a Prato sono il 30% dei nati).

Nessun commento:

Posta un commento